(Citrus aurantium)
L’arancio amaro o melangolo è noto nel bacino del Mediterraneo da molti secoli e la sua coltivazione nel continente risale ai primi anni Mille.
Apparentemente molto simile all’arancio dolce possiede comunque caratteristiche che lo distinguono ampiamente da questo.
L’albero raggiunge dimensioni notevoli, ha fogliame di un verde scuro caratterizzato da un picciolo decisamente alato. I rami hanno forte spinescenza, i fiori sono numerosi e il loro profumo è il più intenso tra tutti gli agrumi.
Dai fiori tutt’oggi si estrae l’olio essenziale ‘Neroli’, anche chiamato essenza di zagara, e dai rami e dalle foglie dell’arancio amaro il ‘Petitgrain’. Entrambi gli oli vengono utilizzati in profumeria.
I frutti somigliano per dimensione ed aspetto alle arance dolci, ma hanno il caratteristico sapore amaro. Vengono comunque utilizzati per insaporire piatti di carne o per la realizzazione della famosa marmellata di arance amare.
Purtroppo ha frutti che maturano tardi, verso gennaio/febbraio e che sono perciò soggetti alle gelate. Se piantati in zone protette è comunque possibile che se ne possano utilizzare i frutti.
La pianta ha un alto valore ornamentale e viene spesso utilizzato per realizzare viali alberati, come da antica tradizione araba.
La temperatura minima tollerata da questa varietà si attesta intorno ai -9°C.
L’arancio amaro era un tempo il potrainnesto più utilizzato ed essendo più resistente alle gelate delle varietà normalmente innestatevi sopra, spesso sopravviveva e ributtava alla base di alberi devastati dalle gelate.
Per questo motivo si trovano spesso questi alberi in parchi e giardini, laddove erano stati piantati limoni, aranci o mandarini.
Esistono varie cultivar di arancio amaro.
Tra le più pregiate vi sono:
- L’arancio amaro ‘Bouquetier de Nice’, caratterizzato da una completa assenza di spinosità e da fiori molto grandi che scaturiscono dai rami a grappoli. È la varietà più utilizzata per la produzione dell’olio Neroli.
- Il chinotto, ritenuta una varietà derivata da mutazione gemmaria dell’arancio amaro.